A.Avagliano, R.Montalbano – Greek Gymnasia for non-Greek people. Archaeological and epigraphic evidence in pre-Roman Italy (2018)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

Titolo Greek Gymnasia for Non-Greek People. Archaeological and EpigraphicEvidence in Pre-Roman Italy
Autore(i)
Data rilascio 2018
Contenitore, Titolo Development of Gymnasia and Graeco-Roman Cityscapes
Riferimenti ISBN 978-3-9819685-0-7, DOI 10.17171/3-58, pp. 75-85
Wordcat ID 1100399313
Casa editrice topoi excellence cluster
Tipo Paragrafo di Libro
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 13483
Data inserimento: 24-01-2023 10:06
Data ultima revisione 24-01-2023 10:07
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/a-avagliano-r-montalbano-greek-gymnasia-for-non-greek-people-archaeological-and-epigraphic-evidence-in-pre-roman-italy-2018/
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ABSTRACT: Fonti letterarie, epigrafiche e archeologiche testimoniano presenza di ginnasi greci nell’Italia preromana. L’articolo indaga le ragioni politiche e culturali che hanno portato alla adozione di uno stile di vita reco in contesti “non greci”, in particolare l’abbraccio dell’ideologia della palestra. Esaminando diversi casi di studio in due diversi contesti culturali, vale a dire la città brettia di Petelia e le città sannitiche di Abella, Pompei e Cuma, si valuta comparativamente come l’élite di queste città hanno negoziato l’ideologia ginnasiale greca.
Si esaminano le diverse strategie, che andavano dall’abbracciare completamente la palestra come sia un’istituzione che un tipo di edificio, o emulare selettivamente solo alcune caratteristiche.

SINTESI

L’ellenizzazione viene spesso utilizzata impropriamente, come diffusione della cultura greca ed adozione da parte di persone non greche come oggetto passivo di un processo esterno, mentre in realtà la ricezione degli elementi culturali greci è selettiva.

Tra le caratteristiche più tipiche della cultura ellenica, l’atletismo penetra nella prima società etrusca e italica. Mentre non esistono testimonianze letterarie circa l’esistenza di gare atletiche nell’Italia preromana, una ricca serie di monumenti figurativi, per la maggior parte provenienti da contesti funerari, testimonia l’esecuzione di giochi durante le cerimonie di sepoltura di personaggi illustri.

L’ideologia e i valori legati all’atletismo furono adottati dalle aristocrazie italiche già nel IV e V secolo a.C., come dimostra uno straordinario ritrovamento, in particolare la tomba del cosiddetto Guerriero di Lanuvio.

Nel centro brettio di Petelia, l’odierna Strongoli, è nota un’iscrizione greca, datata al III/II secolo a.C., che registra la costruzione di una stoà appartenente al locale ginnasio sotto l’arcata ginnasiale dei fratelli Minatos Krittios Matilas e Markos Krittios, entrambi figli di Minatos. I lavori sono stati finanziati con denaro pubblico. La presenza del ginnasiarcato, fortemente legato all’ephebeia, dimostra che l’educazione dei giovani a Petelia seguì il modello della paideia greca.

All’epoca dell’iscrizione l’aristocrazia italica di Petelia desiderava presentare la propria città come una polis greca; d’altra parte appare assodato che il bilinguismo osco-greco dei Brettii petilini, e la presenza di altri reperti che tradiscono l’adesione a modelli culturali-religiosi greci (ad es. la sirena delle Murge e la cosiddetta lamina orfica)

Nonostante questa profonda ellenizzazione, i Bruzi erano percepiti come barbari dal popolo greco. Secondo Livio, durante la seconda guerra punica, il generale cartaginese Anone suggerì ai crotoniati di ripopolare la loro città distrutta con i Brettii; ma l’aristocrazia crotoniate rifiutò, risposero che avrebbero preferito morire, piuttosto che mescolarsi con i Bruttii (per approfondire su questo: L’Arx e la cinta muraria antica di Croto in Tito Livio).

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