Si arricchisce di passaggi mediatici, ed ancora poca sostanza la querelle sulla nuova sede della soprintendenza Catanzaro-Crotone – che il dpcm entrato in vigore mercoledì il 5 febbraio 2020, stabilisce sia a Crotone , che la politica catanzarese contesta, dapprima con passaggi politici e mediatici, e poi con un ricorso al TAR Lazio.
Il TAR Lazio, accertata la propria competenza a decidere sul ricorso presentato dal Comune e dalla Provincia di Catanzaro, con provvedimento del 11 giugno 2020 fissa l’udienza per l’udienza pubblica al prossimo 10 novembre.
Mentre il sindaco di Catanzaro Abramo esulta per la presunta “sospensione dell’efficacia del decreto con cui il MiBACT ha istituito la nuova Soprintendenza Catanzaro-Crotone con sede nella città pitagorica“, e alcune associazioni locali di Catanzaro rafforzano le loro motivazione e convinzioni elencando i beni culturali del territorio catanzarese ed esternandole, dimenticando o con conoscendo che quasi tutti i comuni della Calabria hanno siti archeologici di tutta le epoche, le parlamentari 5 stelle crotonesi Barbuto e Corrado con comunicato stampa precisano che il “Decreto Mibact è perfettamente valido”:
“Il Tar del Lazio, con ordinanza dell’11.06.2020, ha pronunziato una ordinanza con la quale NON ha sospeso il decreto che individua la sede della nuova Soprintendenza della Calabria in Crotone, come erroneamente è stato riferito dal Sindaco nonché Presidente della Provincia di Catanzaro, ma si è limitata a fissare l’udienza pubblica del 10 novembre p.v. ai soli fini di una sollecita definizione del giudizio di merito. Il testo dell’ordinanza pubblicata è chiarissimo. Nessuna sospensione del decreto e nessuna preliminare delibazione della fondatezza delle ragioni dei ricorrenti bensì, esclusivamente, una constatazione della complessità delle questioni sollevate da tutte le parti costituite che meritano di essere approfondite celermente nella opportuna sede di merito”.
“Pur leggendo e rileggendo l’ordinanza del Tar Lazio – aggiungono Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado – non riusciamo a comprendere quali siano stati gli elementi oggettivi che hanno indotto il primo cittadino catanzarese a rilasciare delle dichiarazioni che non hanno, al contrario, il benché minimo fondamento giuridico e processuale. Ed infatti, il decreto che individua in Crotone la sede della nuova Soprintendenza calabrese è tuttora perfettamente valido ed efficace ed ancora più incomprensibile risultano le affermazioni riportate da alcune testate giornalistiche che, in termini pugilistici, assegnano il primo round a Catanzaro.”
“Non è dato comprendere assolutamente – concludono le parlamentari – come una figura istituzionale possa rilasciare dichiarazioni prive di alcun fondamento se non alla luce di un ossessivo intento di sottrarre a Crotone la sede della nuova Soprintendenza e di una malcelata ansia di ottenere riparazione per il delitto di “lesa maestà” perpetrato dal Ministero nei confronti della città di Catanzaro in favore della città di Crotone. Attendiamo, pertanto, serenamente fiduciose la decisione della Magistratura amministrativa pur rilevando, ancora una volta, la legittimità della scelta del Ministero che si identifica naturalmente nella storia millenaria della nostra città e che non può essere annullata dalla prepotenza incomprensibile di un capoluogo da sempre patrigno nei confronti di Crotone.”