Christiane Delplace – Chronique des Fouilles en Calabre (provincia di Catanzaro) de 1956 a 1967 (1969) Richiamati, tra gli altri scavi e ritrovamenti nei seguenti comuni:- Borgia / Roccelletta- Crotone / Capocolonna / Capo Cimiti- Cirò marina- Cotronei- Crucoli- Strongoli … Richiamati, tra gli altri scavi e ritrovamenti nei seguenti comuni:– Borgia / Roccelletta– Crotone … Leggi tutto
Armando Orlando – Cleto, Savuto, San Mango d’Aquino (2013) Il testo si riferisce agli eventi storici, tra antichità ed età moderna, riguardanti principalmente 2 comuni sul Tirreno a confine tra la provincia di Catanzaro e quella di Cosenza: Cleto (Cs) e San Mango d’Aquino (Cz). Nella prima parte si … Il testo si riferisce agli … Leggi tutto
Margherita Corrado – Nuovi dati di scavo ed epigrafici sulle manifatture tardo-repubblicane di anfore commerciali del versante ionico calabrese gravitanti sul Golfo di Squillace (2009) In questa pubblicazione si indaga su dati riguardanti anfore commerciali, prodotte in età tardo-republicana da manifatture locali presenti nel territorio gravitante sul Golfo di Squillace. Le presenza di queste anfore, … Leggi tutto
Nella dissertazione di dottorato ad essere preso in esame è il territorio degli Enotri, coincidente in buona parte con le aree di influenza delle colonie achee di Crotone, Sibari e Metaponto e della ionica Siris, con l’obiettivo di comprendere entro quali dinamiche si verificò il
contatto tra indigeni e Greci al momento delle fondazioni. Come si cercherà di dimostrare nel dettaglio, la diffusione di tratti caratteristici nella cultura materiale e nei rituali funerari, tendenzialmente restituisce l’impressione di un paesaggio culturalmente omogeneo del mondo enotrio della prima età del ferro nell’arco costiero del golfo di Taranto.
La pubblicazione trae spunto da un lavoro di ricerca sulle armi e gli equipaggiamenti militari italici della Calabria settentrionale e centrale, oggetto della tesi di Specializzazione dell’autore in Archeologia dell’Italia preromana discussa nel maggio 2006 presso l’Università degli Studi della Basilicata (Matera) e al momento in corso di approfondimento in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.
Uno degli stereotipi più frequenti in gran parte della ricerca storica ed archeologica è stato il fatto che la Calabria (Bruttium) durante l’età romana avrebbe inesorabilmente subito una profonda crisi, in particolare dopo la drammatica e devastatrice guerra annibalica.
Tutto questo ha fatto sì che anche nella letteratura scientifica più avveduta e aggiornata si perpetuasse un’immagine distorta della Calabria romana, il cui paesaggio sarebbe stato dominato da un sistema di sfruttamento agricolo esclusivamente estensivo: latifondo a grano per le zone pianeggianti e basso-collinari ed economia silvo-pastorale invece per il resto del territorio. Ci sarebbe stato dunque il passaggio da un sistema di piccole proprietà proprio dell’età greca direttamente a uno di tipo latifondistico durante l’età romana, che si sarebbe manifestato sul territorio attraverso i vuoti di insediamento.
In realtà la quantità di insediamenti rurali censiti nei Bruttii, a cui vanno aggiunti numerosi impianti produttivi (figline, peschiere, fornaci ecc. noti da altri studi), sembra dimostrare l’infondatezza di questa ricostruzione.