Il volto di Hera Lacinia

Come immaginavano i Krotoniati il volto della Dea più venerata della polis ?

Lo possiamo vedere nella moneta della zecca di Kroton databile al 370 a.C. con
– Dritto/ Testa frontale di Era Lacinia
– Rovescio/ Leggenda KROTON ed Eracle seduto con coppa nella mano d., con arco e leontè e clava dietro di lui
mostrata in copertina.

La provenienza di questa moneta, non ci è chiara; l’immagine è reperibile sul web, ma senza ulteriori specificazioni.

Il dritto è del tutto particolare perché presenta una testa frontale di divinità femminile con un diadema tra i capelli, di cui si vede l’ornamento centrale. L’opinione più comune è che si tratti di Hera Lacinia, cioè di Hera venerata particolarmente nel santuario di Capo Lacinio.

Il tipo della testa frontale di Hera Lacinia fu impresso anche sulle monete di altre città, tra cui alcune della Campania. La spiegazione che è stata data è che Kroton si è inizialmente trovata a capo della Lega italiota((La Lega Italiota fu un’alleanza politico-militare di alcune città della Magna Grecia con lo scopo di difendersi dai Lucani e da Dionigi, tiranno di Siracusa. La lega fu istituita negli ultimi anni del V secolo a.C. e vi aderirono le città di Kroton, Thurii, Kaulon, Metaponto, Heraclea e successivamente Reghion, Medma e Hipponion, minacciate dalla politica espansionistica del tiranno siracusano. La sede della Lega fu prima Kroton, ma dopo che nel 383 a.C. la federazione fu sconfitta da Dionigi I di Siracusa in una sanguinosa battaglia, venne trasferita a Thurii)), e quindi il tipo della testa frontale di Hera Lacinia, creato dalla zecca di Crotone, ha avuto ampia accoglienza e diffusione presso le zecche di altre città magno greche.

Un esemplare con nominali alti in argento((Rif. E.Arslan – Presenza e funzioni della moneta a Crotone e nella sua Chora (2004))) è stata rinvenuta nel santuario suburbano di Vignanova.

Purtroppo, le caratteristiche dei terreni a nord dell’Esaro hanno molto deteriorato lo stato della moneta. Ne vediamo di seguito il raffronto tra i due esemplari, dove quello in alto è la versione trovata al Santuario di Vigna Nuova e ripresa dalla pubblicazione di Roberto Spadea “Santuari di Hera a Kroton” (2007).

In alto l’esemplare della moneta trovata a Vigna Nuova

Questa moneta ha consentito di definire la datazione di una fase di ampliamento del tempio1 consistita nel “restauri dei muri perimetrali settentrionali A e Β con blocchi e laterizi di tegole riutilizzati, reimpiego di blocchi anche nel rifacimento dell’adyton che adesso è aperto a settentrione da un passaggio“. 
Il tipo di questa “moneta d’argento, quasi fior di conio di Crotone (D/ testa di Hera Lacinia, R/ Eracle nudo con leonté assiso su roccia con la clava e nella mano sinistra l’arco. In un angolo un vaso potorio tipo oinochoe”)”, “non è molto nota ed è databile tra il 420 ed il 370 a.C.“.

La posizione del ritrovamento della moneta, incastrata nella tessitura inferiore del muro, piuttosto che in spazi aperti e quindi persa occasionalmente o posta in tesoretti, lascerebbe intendere che effettivamente il Santuario di Vigna Nuova fosse anch’esso dedicato a Hera2.

Correlazioni

  1. Rif. Spadea 2007 par. 109e []
  2. Su questo punto però vi sono altre opinioni. Vedere in P.G. Guzzo – Ceppi in ferro da sepolture e da santuari (VIII-I sec. a.C.) (2020) []