Sommario
di Domenico Marino
Archeologo Direttore 1 – Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
La Sila, anima montuosa della Calabria, un tempo ricoperta da un’ininterrotta selva, ha ospitato per millenni, prima dell’arrivo degli Achei nell’VIII secolo a.C., popolazioni le cui vicende, soltanto ora, iniziano ad essere testimoniate dalle prime indagini archeologiche e portate alla ribalta della storia.
Paleolitico e Neolitico
Il Paleolitico inferiore è documentato nella vallata del lago Arvo. Qui è attestata la presenza attiva dell’Homo erectus (a partire da 700.000 anni fa).
Nel Paleolitico medio e nel Paleolitico superiore, le industrie litiche raccolte in diverse località (valle del lago Ampollino-Monte Nero, valle del lago Arvo, valle del Mucone-LagoCecita) mostrano una successiva frequentazione da parte dell’uomo di Neanderthal, poi sostituito dall’Homo_sapiens.
Nel Neolitico, con l’introduzione dell’agricoltura, e particolarmente in relazione alla diffusione della facies di Stentinello (dal 5.000 a.C. circa) con i suoi aspetti regionali, sorgono villaggi o singole fattorie in tutto il territorio dell’attuale Calabria. Nelle fasi tarde del Neolitico, di grande interesse risulta l’occupazione di ambienti prima raramente utilizzati.
Nascono insediamenti nelle aree collinari interne e in montagna, alcuni stabili, altri stagionali, forse in relazione alla transumanza breve, dai pascoli delle pianure costiere a quelli d’altura.
Nel Neolitico inizia lo sfruttamento – per produrre strumenti – delle colate di ossidiana, il vetro vulcanico estratto a Lipari che, dalle coste del Tirreno e dello Ionio, seguendo le valli fluviali e attraversando la Sila, viene diffuso in tutta la regione.
Centinaia di asce di pietra di età neolitica ed eneolitica, provenienti dall’intera Sila, rinvenute tra XIX e primi decenni del XX secolo, fanno parte delle collezioni dei musei calabresi e romani. Esse confermano la presenza umana nelle aree montuose ed anche lo sfruttamento della foresta.
Campagne di Ricerca e di Scavo
Le recenti campagne di ricerca e di scavo, condotte nel 2005, 2006 e 2007 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria sulle sponde del lago Cecita e, sviluppando e approfondendo precedenti indagini, del lago Arvo, hanno messo in luce numerosi insediamenti preistorici. Si tratta di vasti abitati, frequentati tra il Neolitico finale e l’Eneolitico iniziale. Alcune importanti aree sono situate a pochi chilometri dalla località turistica di Camigliatello.
L’ampia valle occupata dal lago Cecita è percorsa dal fiume Mucone, ora semi-sommerso dal bacino artificiale. In questi luoghi, per millenni, come in parte avviene ancora oggi, la valle ha ospitato, dalla primavera all’autunno, le innumerevoli mandrie provenienti dalla costa ionica.
Nel corso degli scavi e delle ricerche topografiche sono stati rinvenuti vasi, strumenti in pietra, selce ed ossidiana. In questi luoghi, gli antichi abitanti producevano gli strumenti litici, praticavano l’agricoltura, l’allevamento del bestiame, la caccia, la pesca e utilizzavano il legname. Il rinvenimento di “fusaiole” attesta l’attività di filatura, probabilmente di fibre vegetali.
Nel grande abitato preistorico di Piano di Cecita sono riconoscibili diverse capanne con struttura lignea.
L’insediamento di Paliati ha restituito ampi settori con tracce ben conservate di aratura. Vi sono inoltre attestazioni relative all’esistenza di sepolture a fossa, purtroppo oggetto di scavo clandestino. La presenza di sepolture di adulti, insieme a quelle presumibilmente infantili, contribuisce, insieme ad altri elementi, a far ritenere gli insediamenti di tipo stabile e non stagionale.
Età del Bronzo e del Ferro
Nella successiva età del Bronzo nascono nuovi insediamenti in aree collinari o montuose, che rivestono una grande importanza per l’allevamento del bestiame, in funzione della transumanza, e accolgono varie colture agricole.
Un importante sito dell’Antica età del Bronzo è quello del Timparello dei Ladri (Cotronei), sulle rive del lago Ampollino, nei pressi di un guado dell’antico fiume, ora coperto dalle acque dell’invaso artificiale. Qui, gli scavi, condotti nel 1994, hanno messo in luce resti di una capanna, nei cui pressi, intorno alla metà degli anni ‘50, venne rinvenuto un vaso contenente nove oggetti di bronzo (una lama di pugnale, sei lame di alabarda e due asce a margini rialzati) ora esposti nel Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria.
Nell’età del Ferro, tra i diversi siti della montagna silana, spicca quello individuato presso la Timpa del Gigante (Cotronei). Il sito è collocato su un’altura che controlla un importante sentiero di crinale che collega la valle del fiume Neto alla vallata del lago Ampollino. Sul pendio dell’altura e sulla sua sommità, occupata da una cava di granito di età romana, sono presenti resti di un insediamento protostorico distrutto dal successivo impianto dell’antica cava. Su un’altura posta a poca distanza dalla precedente, il Timpone del Gigante, è conservata una cinta muraria riferibile ad un piccolo insediamento fortificato di età ellenistica.
Campagne di Ricerca e di Scavo
Nei mesi di settembre e ottobre 2007 ha avuto luogo una nuova campagna di ricerche archeologiche nell’area del lago Cecita. Le indagini hanno interessato i terrazzi della riva del lago, che sono stati esplorati con ricognizioni sistematiche. I numerosi insediamenti individuati si riferiscono ad un arco cronologico che va dal Paleolitico Antico all’età tardo antica.
Sul terrazzo di Forge di Cecita è stato scoperto, già nel 2005, un eccezionale complesso monumentale sacro di età greca (VI-III sec. a.C.). Si è proseguita l’indagine stratigrafica dell’area del santuario che appare delimitata da un lungo muro nel quale si apre un varco. All’interno è stato rilevato un edificio a pianta rettangolare. I saggi di scavo hanno messo in luce deposizioni di armi ed una statuetta fittile di divinità in trono, databile tra la metà del VI e la fine del V secolo a.C.
Sullo stesso terrazzo, sono state individuate grandi aree d’abitato di età romana. I reperti rinvenuti attestano una frequentazione continua dall’età repubblicana al periodo tardo imperiale. Nell’area è poi iniziato lo scavo in estensione di un grande edificio a pianta rettangolare, attivo già alla fine del III sec. a.C., con annesse strutture produttive. La frequentazione dell’area prosegue fino ad età tardo imperiale.
Bibliografia, articoli e pubblicazioni correlati
Note
- Incarico riferito all’epoca di scrittura del testo[↩]